Ombre sulla terra … L’acqua è vita
Nino Bandiera sceglie il tema dell’invasione aliena per raccontare attraverso 30 fotografie, i serbatoi a torre che caratterizzano il paesaggio urbano e rurale emiliano-romagnolo.
Antefatto
Durante una fredda domenica mattina, nei pressi di Comacchio (Ferrara), accade qualcosa di mai visto prima: numerose scie bianche tagliano il cielo confluendo in una superba torre, per poi tornare nuovamente verso la volta celeste. È come se questa sorta di fasci di energia e la possente struttura si alimentassero a vicenda. Da quel momento la torre regna sovrana, intorno solo oscurità e desolazione.
Lo stupore lascia il posto al timore che qualcosa di importante sia avvenuto, qualcosa di non circoscritto al luogo dell’avvistamento… qualcosa le cui conseguenze riguardano l’intero pianeta.
Inizia così un viaggio nel territorio emiliano-romagnolo che, attraverso 30 fotografie – scattate su pellicola in bianco e nero, con una Leica M4, e passate in digitale – guiderà lo spettatore alla scoperta di una storia avvincente.
Percorso fotografico
I serbatoi d’acqua diventano, negli scatti di Nino Bandiera, segni tangibili della presenza sulla terra di una forma di vita aliena. Li vediamo stagliarsi verso l’alto e imporsi vittoriosi, quali unici protagonisti della scena, adombrando il paesaggio circostante. I contrasti cromatici estremi e la predominanza del nero rendono appena percettibile la superficie terrestre, annullandone l’esistenza. Nessun segno di umanità, se non elementi che ci fanno pensare a un genere umano sopito, vinto, estinto.
Tuttavia qualcosa ci avverte che il pianeta non ha ancora smesso di lottare. Gli alberi, che ritroviamo in alcune immagini, sono il simbolo di questa resistenza: li vediamo circondare le torri mentre, coesi e decisi, si preparano a intraprendere una battaglia epica, oppure li scopriamo ergersi di fronte a esse come eroi solitari, pronti a battersi in un duello per la sopravvivenza. Non tutto è perso, le sorti della terra devono ancora essere scritte!
L’autore
Fotografo bolognese, in attività dagli anni ’70, inizia a interessarsi di fotografia sin da giovanissimo, utilizzando la Rolleiflex del padre.
Seguono i primi viaggi, puntualmente immortalati in scatti che lasciano presagire come la passione di famiglia ben presto si sarebbe trasformata in una professione.
Artista eclettico e versatile, compie i primi passi come freelance nel campo della foto industriale. Nel 1972 apre lo Studio Flag ed è qui che crea immagini per importanti marchi di moda.
Alla passione per la fotografia unisce quella per lo sport. Tale connubio sancisce la collaborazione di Nino Bandiera con l’agenzia di stampa internazionale Associated press, partnership da cui prende vita una serie di progetti che consegnano alla storia le performance dei più grandi sportivi.
Di Bandiera sono gli scatti che ritraggono nel ’76 la squadra italiana di tennis vincitrice della Coppa Davis, così come le immagini che mostrano Enzo Ferrari nel 1985, nella sua ultima uscita pubblica, mentre da un box nell’Autodromo di Imola assiste a delle prove. Sue anche le foto ad Alberto Tomba nel 1988 durante le Olimpiadi invernali di Calgary in Canada. L’interesse per la fotografia sportiva conduce Bandiera negli USA, al Super Bowl, e lo rende il primo professionista italiano a fotografare il football americano.
Negli anni le sue foto sono state pubblicate sul Guerin Sportivo, La Gazzetta dello Sport, Max, Vogue, La Manovella, Vitality, L’Illustrazione dello Sport, L’Hebdo.
Dagli anni 70 a oggi ha esposto in varie mostre collettive e personali, in Italia e all’estero.